Il 2025 ha segnato un anno di cambiamenti sostanziali per i lavoratori dipendenti italiani, grazie all’introduzione di una nuova riforma fiscale che ha modificato profondamente le regole dell’IRPEF e dei relativi bonus in busta paga. Il sistema delle detrazioni e del trattamento integrativo, noto anche come “ex bonus Renzi”, è stato ricalibrato sulle nuove fasce contributive, con l’obiettivo di favorire chi percepisce redditi più bassi e medi. I primi mesi di applicazione hanno già evidenziato un beneficio concreto per tanti lavoratori, soprattutto nella fascia compresa tra i 15.000 e i 28.000 euro di reddito annuo.
Trattamento integrativo e nuova suddivisione dei redditi
La revisione del trattamento integrativo nel 2025 ha portato a un’impostazione più selettiva rispetto al passato. Il bonus IRPEF, che negli anni precedenti spettava ai dipendenti con redditi fino a 40.000 euro, dal 2025 è erogato solo per coloro che rientrano entro i 28.000 euro lordi annui. Questa misura punta a concentrare il beneficio sui lavoratori nelle fasce di reddito basso e medio, lasciando invece esclusi coloro che superano la soglia dei 28.000 euro.
Le nuove fasce di reddito sono:
- Redditi inferiori a 15.000 euro: i dipendenti ricevono l’intero importo del trattamento integrativo, che può arrivare fino a 1200 euro all’anno, direttamente in busta paga.
- Redditi tra 15.000 e 28.000 euro: il bonus si riduce progressivamente con l’aumento del reddito. La somma ricevuta decresce fino ad annullarsi una volta raggiunti i 28.000 euro.
- Redditi superiori a 28.000 euro: non viene più riconosciuta alcuna integrazione dello stipendio sotto forma di bonus IRPEF.
Questa rimodulazione raggiunge il duplice scopo di ridurre la spesa fiscale e di indirizzare l’agevolazione verso chi realmente necessita di un sostegno al reddito.
Nuovi scaglioni IRPEF e impatto sulla busta paga
La riforma fiscale del 2025 ha previsto una riduzione degli scaglioni IRPEF, passando da quattro a tre. La semplificazione della struttura degli scaglioni è accompagnata da una modifica alle aliquote applicate:
- Fino a 28.000 euro: aliquota 23% (la stessa dell’anno precedente per la fascia inferiore, estesa ora fino a 28.000 euro) .
- Da 28.001 a 50.000 euro: aliquota 35% .
- Oltre 50.000 euro: aliquota 43% .
Queste novità contribuiscono a generare un risparmio fiscale per molti lavoratori. Ad esempio, chi rientra nella fascia tra 15.000 e 28.000 euro, rispetto al 2024, paga meno grazie all’abbassamento dell’aliquota dal precedente 25% al 23%, per un vantaggio stimato in circa 260 euro annui.
Le nuove aliquote e scaglioni IRPEF sono parte di una strategia che punta anche a ridurre il cosiddetto cuneo fiscale, ovvero la differenza tra quanto costa all’azienda il lavoratore e quanto quest’ultimo percepisce realmente in busta paga. Nel 2025, sono state introdotte agevolazioni e ulteriori detrazioni finalizzate a migliorare la componente netta dello stipendio, soprattutto per i redditi più bassi.
Detrazioni fiscali aggiuntive e calcolo personalizzato
Oltre al bonus IRPEF e alle nuove aliquote, il sistema delle detrazioni fiscali è stato rivisto e rafforzato. Le detrazioni da lavoro dipendente sono ora calcolate sulle nuove fasce contributive, garantendo il valore massimo a chi ha redditi bassi, e decrescendo al crescere del reddito.
Sono state anche riformate le detrazioni per familiari a carico, che risultano più favorevoli per i nuclei familiari con figli minori o persone non autosufficienti. Le addizionali regionali e comunali sono state ripensate per allinearsi alle nuove regole di calcolo automatico, gestito direttamente dai sostituti d’imposta.
Queste modifiche producono un calcolo personalizzato dell’imposta e delle relative detrazioni in base alle singole situazioni lavorative e familiari, con vantaggi tangibili soprattutto per la platea dei lavoratori a reddito basso e medio.
- Chi percepisce tra 20.001 e 40.000 euro, pur non avendo più accesso al bonus IRPEF, può beneficiare di detrazioni aggiuntive che alleggeriscono la pressione fiscale.
- Per i redditi fino a 20.000 euro è prevista una indennità esente, che va dal 7,1% per chi guadagna meno di 8.500 euro, contribuendo a incrementare i netti in busta paga.
L’obiettivo perseguito dalla riforma è rendere il sistema fiscale italiano più progressivo ed equo, riservando i vantaggi maggiori a chi si trova in condizioni economiche più fragili.
Chi riceverà concretamente più soldi in busta paga
I principali beneficiari della riforma del 2025 sono i lavoratori che si collocano:
- Nella fascia inferiore ai 15.000 euro, che ottengono l’intero bonus in busta paga e le detrazioni massime.
- Tra 15.000 e 28.000 euro: godono non solo di una aliquota più bassa (23%) rispetto al 2024, ma anche di bonus IRPEF ridotto e detrazioni progressive, per un guadagno netto aggiuntivo annuale.
- Nel range 20.001-40.000 euro, esclusi dal trattamento integrativo, beneficiano comunque di detrazioni fiscali aggiuntive, migliorando la situazione rispetto agli anni precedenti.
Impatto sulle fasce più alte
Per chi supera i 28.000 euro di reddito, l’impatto della riforma si traduce principalmente in una gestione rinnovata delle detrazioni e in una semplificazione delle procedure, senza però accesso diretto ai bonus integrativi in busta paga. Molti dipendenti di questa fascia vedranno quindi una pressione fiscale simile o leggermente ridotta rispetto al passato, ma in misura minore rispetto ai benefici garantiti ai redditi più bassi.
Il calcolo automatico delle detrazioni, attuato dai sostituti d’imposta, garantisce comunque la corretta applicazione delle agevolazioni sulla base delle situazioni singole e familiari di ciascun lavoratore.
In sintesi, il 2025 si distingue per una maggiore equità fiscale e un beneficio concreto diretto ai rapporti di lavoro più fragili, grazie al nuovo schema del bonus IRPEF e al ridisegno delle detrazioni integrative, che si intersecano con la revisione del sistema IRPEF italiano.